
Il Tar della Toscana ha in parte accolto e in parte respinto il ricorso del Consorzio Aquarno
Il Tar della Toscana ha in parte accolto e in parte respinto il ricorso del Consorzio Aquarno contro alcune prescrizioni imposte nel 2023 dalla Regione Toscana in merito all’impianto di trattamento fanghi di Santa Croce sull’Arno. Nello specifico ha annullato "la prescrizione con cui si imponeva una modifica del ciclo produttivo del Keu tale da escluderne in ogni caso le potenzialità ossidative", in quanto ancora non si conoscono fenomeni ossidativi.
Secondo il Tar, allo stato attuale non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la formazione di cromo esavalente nei cosiddetti “aggregati legati” (cioè Keu trattato con cemento), nemmeno dopo invecchiamento o frantumazione. Pertanto, non sarebbe logico imporre modifiche su basi non ancora scientificamente accertate.
In una nota si legge che "il comportamento del Keu in tale forma di riutilizzo (con particolare riferimento all'innesco di processi ossidativi tali da sviluppare cromo esavalente, allo stato degli atti non emergenti) deve ancora essere indagato dal punto di vista scientifico e perciò il Tar, nel pronunciarsi sul provvedimento di riesame dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) reso dalla Regione Toscana nei confronti del Consorzio Aquarno, ha annullato la prescrizione con cui si imponeva una modifica del ciclo produttivo del Keu tale da escluderne in ogni caso le potenzialità ossidative. Il Tar ha ritenuto che non sia logico imporre una modifica di tal genere se si è ancora in attesa di conoscere se ed in che misura vi siano fenomeni ossidativi del Keu negli 'aggregati legati', anche quando questi ultimi siano invecchiati o frantumati".
Restano invece valide le altre prescrizioni, che prevedono verifiche e controlli continui sul Keu usato in edilizia. Il Tar ha ritenuto legittimo mantenere un monitoraggio costante, lasciando spazio a future valutazioni della Regione in base a nuove evidenze scientifiche.
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