
Coinvolti 18 lavoratori su 50 presenti in somministrazione nell’azienda
"Noi lavoratori tutti uguali", "Colorobbia siamo anche noi". Sono questi gli slogan che campeggiano sugli striscioni portati dai lavoratori del Gruppo Colorobbia che stamattina, 18 dicembre, hanno incrociato le braccia davanti ai cancelli delle Industrie Bitossi, a Vinci. Le motivazioni dell’agitazione sono state rese note nella mattinata di oggi e riguardano la mancata stabilizzazione di 18 lavoratori in somministrazione sui 50 complessivi presenti all’interno dell’azienda.
Uno sciopero sentito, in cui si è respirato un clima di forte solidarietà: alla mobilitazione hanno partecipato non solo i lavoratori in somministrazione direttamente interessati, ma anche numerosi dipendenti diretti, che si sono uniti ai colleghi davanti ai cancelli dello stabilimento.
La mobilitazione, come spiega Sergio Luschi della Filctem Cgil, è iniziata lo scorso giovedì: "Questo è il secondo appuntamento. La mobilitazione è legata alla mancata stabilizzazione di 18 lavoratori in somministrazione impiegati nel Gruppo Colorobbia. In un incontro con la direzione e la RSU del 30 settembre scorso avevamo trovato un punto di incontro che prevedeva la stabilizzazione di 18 lavoratori a partire da gennaio 2026, prendendo come riferimento il criterio dell’anzianità. A fine novembre, però, l’azienda ha comunicato alla RSU di non trovarsi più nelle condizioni di poter stabilizzare tutti e 18 i lavoratori, ma solo una parte, rinviando a una successiva valutazione per gli altri".
Il percorso concordato prevedeva inizialmente la stabilizzazione dei lavoratori entrati nel 2020 e, gradualmente, degli altri, seguendo il criterio dell’anzianità. Di fronte all’impossibilità, dichiarata dall’azienda, di rispettare l’impegno preso, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione con 16 ore di sciopero, di cui 8 già svolte.
"Questi lavoratori sono qui da anni e sono fondamentali per l’andamento del ciclo produttivo: non si tratta di persone che sostituiscono colleghi in ferie o in malattia, ma di lavoratori strutturali", sottolinea Luschi.
"Alcuni lavoratori in somministrazione lavorano qui da molto tempo -, ha aggiunto Mattia Chiosi della Cgil Firenze -. Alcuni dal 2020. Questo significa che, in sei anni, non hanno potuto fare investimenti importanti, come accedere a un mutuo, perché non hanno quelle certezze necessarie per radicarsi, certezze di cui ognuno di noi ha bisogno nella propria vita".
"Nel Gruppo Colorobbia c’è sempre stato un clima di rispetto reciproco e correttezza. Proprio per questo siamo disponibili a riprendere il dialogo, ma bisogna partire dagli accordi di settembre", conclude Luschi.
Niccolò Banchi
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