
Compie venti anni di storia CONTEMPORANEA FESTIVAL che dal 20 al 29 settembre inaugurerà le attività della nuova stagione del Teatro Metastasio di Prato.
Osservare il complicato racconto del presente e i processi creativi dalle arti della scena contemporanea è sempre stata la principale passione del direttore Edoardo Donatini, che quest’anno sceglie di proseguire la riflessione avviata nelle scorse edizioni Vivere al tempo del crollo; al centro della progettazione ancora una profonda analisi che tende a esaminare tutti quei processi creativi che osservano, analizzano, traducono la complessità del nostro tempo. In questa nuova edizione l’attenzione è rivolta in modo prevalente al pensiero delle donne, alla loro visione politica del mondo. Al loro processo creativo è affidato il compito di accompagnarci nella lettura di un tempo e uno spazio a volte intraducibile perché composto da codici nuovi, lontani da stereotipi e condizionamenti culturali. Una visione che apre lo sguardo a una diversa prospettiva del futuro.
Tanti gli spettacoli, le performance e le produzioni site specific in programma – saranno in scena 32 compagnie nazionali e internazionali per 51 repliche.
Tra le compagnie internazionali arrivano il teatro politico dei tedeschi Rimini Protokoll, la critica e pungente denuncia delle politiche europee degli spagnoli Agrupacion Senor Serrano, la ricerca ‘enciclopedica sulla parola’ dei francesi Joris Lacoste e Elise Simonet, la danza della francese Phia Mènard, della portoghese Marlene Monteiro Freitas, dell’indiana Malinka Taneja, il linguaggio in bilico tra danza e performance visiva e sonora della belga Miet Warlop, la travolgente street dance della jamaicana Cecilia Bengolea, i ballerini d’aria della Compagnie Didier Théron.
Come di consueto si accende un focus sulla coreografia nostrana con i lavori di Alessandro Sciaronni, Annamaria Ajmone, Silvia Gribaudi, Claudia Caldarano, Giorgia Nardin, Francesca Banchelli, Luna Cenere e del duo Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi. Inoltre ci sarà l’ultima creazione della Compagnia TPO e la restituzione finale di un laboratorio ‘sensoriale’ di Gabriella Salvaterra.
Torna poi ALVEARE, da sempre progetto cardine del festival con l’obbiettivo di evidenziare il ‘processo creativo/l’opera in divenire’, quest’anno affidato a 12 artiste donne: Silvia Costa, Sara Leghissa, Daria Deflorian, Elena Bucci, Francesca Macrì, Katia Giuliani, Elisa Pol, Chiara Bersani, Licia Lanera, Chiara Lagani, Ilaria Drago e Rita Frongia.
Ancora, CONTEMPORANEA FESTIVAL19 ospita le restituzioni poetiche di Poecity, attiva 3 laboratori formativi per professionisti e non, curati rispettivamente da Gabriella Salvaterra, Kinkaleri e Giorgia Nardin, promuove una serie di workshop tenuti da Jacopo Miliani e sostiene la mostra dell’eclettico artista Edoardo Nardin.
Infine è prevista la presentazione del volume “La funzione culturale dei Festival” (ed.Cue Press) a cura di Edoardo Donatini e Gerardo Guccini. Il volume raccoglie gli atti del seminario tenutosi nel 2018 dove alcuni direttori di festival hanno discusso insieme a studiosi, critici e operatori il ruolo odierno dei progetti artistico-culturali che articolano e trasformano la nozione di «festival».
Per tutta la durata del festival sarà attivo il Contemporanea Bistrot presso l’ex Chiesino San Giovanni, in collaborazione con Fonderia Cultart a cura di Atipico.
CONTEMPORANEA FESTIVAL 19 è un progetto del Teatro Metastasio di Prato organizzato con il contributo di Regione Toscana e Comune di Prato.
Tutto il programma e le info su www.metastasio.it
PROGRAMMA CRONOLOGICO
SPETTACOLI
20 settembre
20 settembre h 19.00+19.30 I Teatro Fabbrichino
TPO (IT)
PATHOS
a seguire
BATHOS
Pàthos è la forza che ci solleva dal peso del mondo, è la leggerezza viva della forma. Nessuna tecnica ci guida nell'immedesimarsi nel personaggio: il personaggio è in noi, noi ne siamo solo il tramite. Dall'apice di questo entusiasmo precipitiamo: Báthos è una caduta non frenabile, in alcun modo gestibile. La forza che ci animava ci ha lasciati e siamo involucri vuoti, come abiti d'attore che giacciono sulla scena.
20 settembre h 18.00+20.00+22.00 | Teatro Magnolfi
GABRIELLA SALVATERRA (IT)
UN ATTIMO PRIMA
“C'è gente che dice che nella vita a tutto c'è rimedio. Tu cosa ne pensi?” Un attimo prima è il secondo capitolo di una ricerca sul tema della rottura e della possibile riparazione che ho iniziato nel 2014. Le rotture simboliche, materiali, pratiche, fisiche, emotive che ci segnano con cicatrici più o meno visibili, che raccontano la nostra storia. Le riparazioni possibili, quelle impossibili, quelle maldestre, quelle che “quasi non si vede più niente”; e i pezzi che ancora dobbiamo cercare di rimettere insieme. Si tratta di un percorso, in cui ogni viaggiatore costruisce la sua propria storia, un luogo in cui far scaturire la memoria del corpo e la memoria personale di chi viene a trovarci, in cui la coincidenza può diventare significativa e creare le condizioni per dare vita ad una esperienza profonda e poetica.
“C'è una crepa in ogni cosa. È così che entra la luce” (L. Cohen)
20 settembre h 20.00 | Teatro Fabbricone
ANNAMARIA AJMONE/CAB_008 (IT)
NO RAMA
NO RAMA è un luogo abitato. Diverse specie possono vivere, crescere riprodursi. Qui i corpi si disintegrano in corpi celesti, si trasformano in piante, animali, minerali. NO RAMA è un luogo geograficamente vicino al nostro, non lontano e non impossibile, ma con continue incursioni dell'altrove-futuro, presente e sotterraneo. NO RAMA è un'indagine (immaginifica) sul futuro di questo pianeta, abitato da una sequenza di forme animali e biotecnologiche. Il suo eco-sistema è in grado di adattarsi al riscaldamento globale, alla desertificazione della terra e alla progressiva acidificazione delle acque. Mescolando scienza e finzione, NO RAMA è soltanto una tra le possibilità.
20 settembre h 21.30| Spazio K
CECILIA BENGOLEA, DAMION BG DANCERZ E CRAIG BLACK EAGLE (FR)
ONENESS-PARTY ANIMAL
La Dancehall è una cultura spirituale, un genere musicale, una comunità di street dance e uno stile di vita nato in Giamaica negli anni '70, come variante del Reggae. Party Animal è una canzone dell'artista giamaicana Charly Black su una ragazza a cui piace molto andare in discoteca e fare festa. In Giamaica tutti sono “animali da festa” e una volta invitati dai ballerini locali a unirsi a queste feste infinite feste di strada si è facilmente catturati da questa atmosfera. Dopo cinque anni di collaborazione Damion BG Dancerz, Craig Black Eagle e Cecilia Bengolea vi invitano a immergervi in questo party danzando con loro e con DJ Master Will. La vibrazione dei sistemi sonori, i testi delle canzoni e i ritmi creano un'unità tra i ballerini dando vita a un linguaggio universale.
21 settembre
21 settembre h 17.30+18.00 | Teatro Fabbrichino
TPO
PATHOS
a seguire
BATHOS
REPLICHE
21 settembre h 17.30+19.30+21.30| Teatro Magnolfi
GABRIELLA SALVATERRA
UN ATTIMO PRIMA
REPLICHE
21 settembre h 19.00 | Teatro Metastasio
RIMINI PROTOKOLL (DE)
GRANMA METALES DE CUBA
Cuba, sessant'anni dopo la rivoluzione: Daniel, trentasei anni, è un matematico e film-maker. Suo nonno, Faustino Pérez, è stato uno dei compagni più fedeli di Fidel Castro: nel 1956 si fece carico della logistica della nave “Nonna” che trasportò i rivoluzionari dal Messico a Cuba. Dopo la vittoria, Pérez divenne il primo “Ministro per il Recupero della Proprietà”, e cominciò l'azione di espropriazione dei beni all'elite. Che valore ha tutto questo oggi? Sul palco, insieme a Daniel, c'è Christian, programmatore informatico ventiquattrenne, che ci racconta la storia di suo nonno, pilota di guerra in Angola durante la guerra civile. C'è anche Milagros, studentessa di storia che si interroga sulle contraddizioni che la rivoluzione ha portato con sé. Le storie delle famiglie di alcuni giovani ragazzi cubani, sono intervallate da domande fondanti sulla situazione politica e sociale di oggi, facendoci conoscere la storia di un Paese in rapida evoluzione.
21 settembre h 21.30| Museo Pecci
MALLINKA TANEJA (IN)
BE CAREFUL
“Stai attenta!” è la raccomandazione che spesso è fatta alle donne indiane rispetto al loro comportamento e al loro modo di vestirsi perché solo “stando in guardia” si possono sentire sicure. Con ThodaDhyaanSe (Be Careful) Mallika Taneja, che vive e lavora a Delhi, sfida questa idea ipocrita con forza e grande ironia confrontando l'infelice connubio che lega il modo di vestire delle donne alle violenze subite. Infilando un indumento dopo l'altro, fino a far scomparire il proprio corpo dietro una montagna di tessuti, Mallika propone allo spettatore la propria idea di “stare in guardia” spogliando una cultura tradizionale che si nasconde dietro usanze tradizionali e puritane.
21 settembre h 22.30| Museo Pecci
GINEVRA PANZETTI E ENRICO TICCONI (IT)
HARLEKING
Harleking è un demone dall'identità ambigua e multipla. Ricorda l'Arlecchino della Commedia dell'arte, un servo furbo mosso dalle inclinazioni più animali e un'inappagabile fame. Il linguaggio di Harleking ha una specifica qualità ipnotica in cui i contenuti, spesso estremi ed opposti, si fondono in un sistema metamorfico fluido in cui tutto può accadere, ma che tutto confonde. Affiora il ricordo di un'antica decorazione muraria, la Grottesca, in cui figure mostruose si confondono tra eleganti volute ornamentali. Figure grottesche, capaci di muovere il riso pur senza rallegrare. Nel 2019 è stato selezionato dalla piattaforma europea Aerowaves e dalla New Italian Dance NID Platform.
22 settembre
22 settembre h 19.30+21.00 | Teatro Fabbrichino
TPO
PATHOS
a seguire
BATHOS
REPLICHE
22 settembre h 16.00 e h 18.00 | Teatro Magnolfi
GABRIELLA SALVATERRA
UN ATTIMO PRIMA
REPLICHE
22 settembre h 18.30| Teatro Metastasio
SILVIA GRIBAUDI/ ASS. CULT. ZEBRA CULTURAL ZOO (IT)
GRACES
Graces è un progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò tra il 1812 e il 1817. Cos'è la bellezza? Come si manifesta? Le grazie sono diventate canone estetico neoclassico, ma prima di ogni cosa incarnano gioia, splendore e prosperità. Il linguaggio di Silvia Gribaudi continua la sua ricerca sul tempo dell'umorismo e la serietà del gesto che genera la risata partendo da una totale dedizione e serietà del corpo. Dopo i successi di A Corpo Libero (2009) e R.OSA_10 esercizi per nuovi virtuosismi (2017), Silvia Gribaudi crea uno spettacolo per quattro performers, proseguendo la propria ricerca sul valore estetico, sociale ed intellettuale dello humour e del corpo.
22 settembre h 20.00| Teatro Magnolfi
GABRIELLA SALVATERRA
UN ATTIMO PRIMA
REPLICHE
22 settembre h 20.00| Teatro Fabbricone
MIET WARLOP (BE)
GHOST WRITER & THE BROKEN HAND BREAK
In Ghost Writer and the Broken Hand Break, Warlop lavora sull'idea di una versione occidentale della danza vorticosa conosciuta dai dervisci sufi. Tre performer girano in cerchio per 45 minuti, un movimento che nelle cerimonie sufi ha lo scopo di indurre uno stato di estasi religiosa. Seguendo lo stile di Miet Warlop, il turbinio si arricchisce con la musica. Diventa un esperimento di percezione, una sensazione di vertigine, una riflessione sullo spirito del nostro tempo. La miscela di danza vorticosa, recitazione e concerto si muove sulla linea sottile tra autocontrollo e perdita di controllo. Come possiamo trovare un equilibrio tra autocontrollo e devozione? Quale forma sono gli spiriti che scrivono la storia della nostra vita?
25 settembre
25 settembre h 21.30.00| Teatro Magnolfi ALVEARE
SILVIA COSTA (IT)
MIDNIGHTSNACK
Mindnight Snack è un'intensificazione di azioni e trame che si accendono quando tutto intorno tace e dovrebbe riposare. È un'attività inappropriata, un'affamata pulsione adolescenziale che si nutre saccheggiando selvaggiamente la cattedrale poetica eretta da Amelia Rosselli. Poetessa della ricerca, organista ed etnomusicologa, che ha fatto del verso un problema musicale, del contenuto una pulsione psichica. Le chiediamo udienza. Perché ci dia parola. Pensiero, corpo, suono. Entriamo di soppiatto nei suoi urti e allarmi, nei suoi collassi e controlli, nel suo territorio di allucinazione. Ci facciamo trascinare in una vertigine linguistica e dei sensi che deforma, corrode, spacca, intacca con acidi la fotografia del reale. Incorporiamo il suo sguardo inquieto che non trova una collocazione, sempre oscillante tra un dentro e un fuori, il giorno e la notte, la realtà e il sogno. Nella notte immobile qualcuno veglia. Si nutre, pensa, parla, prepara, costruisce, si ferma, si affanna.
25 settembre h 22.00| Teatro Magnolfi ALVEARE
SARA LEGHISSA (IT)
HAVE YOU NEVER BEEN (IL)LEGAL?
Have you never been (il)legal? è una restituzione, parziale e soggettiva, di un’azione illegale, avvenuta la notte del 12 aprile 2019, all’interno del quartiere Soccorso, nell’ambito del programma Giardini di Prossimità| Territori Contemporanei. In quell’occasione, un gruppo di abitanti del quartiere si è radunato per svolgere una pratica di attacchinaggio non autorizzato. I manifesti riportavano alcune frasi, estratte da interviste svolte nel quartiere stesso, nei giorni precedenti l'azione. Durante le interviste si chiedeva: Quali sono le forme d’illegalità che pratichi nella tua vita quotidiana? Cosa provi quando pratichi l’illegalità? Qual è il tuo sogno illegale? Il quartiere Soccorso di Prato è una zona complessa della città, per le caratteristiche urbane, la quasi totale assenza di spazi pubblici e una sempre più forte multiculturalità. Spesso la convivenza interetnica diventa occasione per strumentalizzare la diversità. Il limite fra ciò che è legale e ciò che non lo è molto labile, ma la questione della legalità e della sicurezza sta diventando sempre più un tema della Politica e del Potere, per normalizzare, dividere, controllare. E noi siamo spesso prigionieri di un modello culturale secondo cui ciò che è legale è giusto. Come si può, a livello locale, nella convivenza della diversità, uscire da questa gabbia e dare nuovo significato alla legalità?
25 settembre h 22.30| Teatro Magnolfi - ALVEARE
DARIA DEFLORIAN (IT)
QUELLA COSA LA’
Ricordo perfettamente il tragitto tra la casa minuscola, il buco dove stavo e la libreria, non riuscivo ad andare molto più in là come quando con la bici da ragazzina non superavo il cartello di fine paese per paura dell'infinito. Ora lo sapevo fare, avevo cinquanta anni, per certi versi, tanti versi non ero più così imbranata, ma dove andare, a fare che. Dicendo cosa. Parigi non mi apparteneva, e non sapevo una parola di francese. Entravo in libreria e nella lunga fila sotto la E sceglievo un librino sottile e sconosciuto di Annie Ernaux. Estate fredda, con pochi vestiti adatti e quella luce serale fino a tardi che mi stupiva e mi rendeva ancora più struggenti le ore passate nella chambre de bonne a leggere mentre fuori migliaia di bella gente lungo il Canal Saint-Martin beveva birre. Era l'estate 2014 o 2015, devo controllare. Comunque in una delle mie passeggiate verso la libreria ho comprato quel libro, L'Événement che parlava di quella cosa là, di aborto.
25 settembre h 23.00| Teatro Magnolfi - ALVEARE
ELENA BUCCI (IT)
LETTERA AL MONDO, PROVE DI LIBERTA’ DEL PENSIERO
Mi sorprendo spesso a monologare in dialogo con il mondo: parlo con popoli lontani, con il mio, con i politici, con gli scrittori, con gli artisti, con le persone amate, vive e morte, parlo con quelli che incontro, immagino pensieri e parole di chi non ha potuto e non può esprimersi. Spesso ho rinunciato a parlare, per comprensione, viltà, connivenza, affetto, ma ora cresce sempre più il desiderio di raccontare e testimoniare, perché forse anche la mia nota può servire alla musica sgangherata del globo. Scrivo attraverso il tempo e lo spazio una lettera al mondo a più voci, per colmare silenzi miei e altrui, per trasformare in drammaturgia il borbottio quotidiano che mi rigenera e mi chiarisce. (Elena Bucci)
25 settembre h 20.00| Teatro Fabbricone
AGRUPACION SENOR SERRANO (ES)
BIRDIE
Birdie è uno spettacolo multimediale che mette insieme video live, oggetti, gli Uccelli di Hitchcock, 2000 animali in miniatura, guerre, una migrazione di massa e tre artisti che gestiscono questo disordinato mondo con spirito critico, impegno civile e un ritmo narrativo incalzante. Due miraggi. In uno: guerre, siccità, abusi, instabilità politica... Nell'altro: supermercati, stabilità, libertà, rispetto dei diritti umani... E tra di loro, stormi di uccelli in movimento costante. Nulla nel cosmo è quieto. L'unica cosa che c'è è il movimento. Se è impossibile arrestare un elettrone, qual è il senso di costruire muri contro gli stormi di uccelli?
26 settembre
26 settembre 19.30| Museo Pecci
FRANCESCA BANCHELLI (IT)
THE FUGITIVE
Con un'azione live e una serie di disegni l'intensa e fragile condizione temporale del fuggitivo - politico, sociale, climatico, psicologico o immaginario - si rivela attraverso “l'incontro” in una zona incerta del pianeta. L'esperienza si sviluppa in un giorno infinito attorno a una pietra, un ballerino, un oratore e un cane, invitati dall'artista a condividere lo stesso spazio e le stesse tensioni. Piccoli e continui eventi emergono dalla coesistenza delle quattro presenze e la diffusione di pensiero diventa un vivido, intrinseco, e provocativo elemento scultoreo, con cui l'oratore crea sinapsi tra il mondo esterno e l'evento stesso; mentre il ballerino trasforma la tensione, il suono e il suo rapporto con il tempo in una dialettica del movimento.
26 settembre 20.30| Museo Pecci
COMPAGNIE DIDIER THERON (FR)
AIR
In GONFLES/Vehicles l'aria è il motore della creazione che genera forme e deformazioni gonfiando le figure vestite di latex che animano questa performance bizzarra ed esilarante. Il nuovo legame che si instaura tra l'aria e il danzatore “aumentato”, lo spazio e gli spettatori, conferisce un valore cosmico a queste figure al contempo straordinarie e accessibili a tutti. Solenni e severe evocano personaggi sacri di un'altra epoca come la “Venere paleolitica” o le figure incise sui menhir del museo Fenaille di Rodez. Sorpreso e stupito dal loro avanzare, il pubblico coglie queste antiche assonanze e sperimenta un'empatia generale in cui ognuno può trovare il suo riferimento e il proprio legame con queste visioni.
26 settembre h 21.30| Teatro Magnolfi – ALVEARE
CHIARA BERSANI (IT)
BE UNICORN
Non sei tu ad interpretarmi ma sarò io a mostrarti la strada per comprendermi.
Io accetto la responsabilità di disegnare l’immagine che il mondo avrà di me.
In così poco tempo possiamo provare ad avvicinarci, forse a sincronizzare i respiri. Possiamo provare a costruire un’immagine che appartenga a tutti, un ricordo collettivo. O forse non ci basterà e allora ci saremo semplicemente salutati come si fa negli aeroporti quando si vede quella persona andare via. Sarà forse un addio, forse un inizio. Sarà il primo soffio necessario per dar vita ai fossili.
26 settembre h 22.00| Teatro Magnolfi – ALVEARE
FRANCESCA MACRI’ (IT)
I POETI MALEDETTI_ Io e Baudelaire
Ritornare alla poesia per stare dentro il presente. Urlare la poesia. Guardare in faccia le parole e ripartire dalla loro potenza. Baudelaire. La sua forza è il nostro terrore, il nostro à bout de souffle, il disperato incespicare nelle vie di un mondo in cui non ci riconosciamo e non riconosciamo. Così nel moto dell’anima che la commozione ci dona quando le parole ci pugnalano e ci stupiscono, abbiamo pensato che esistesse un legame anomalo, forse maleducato, fra pianoforte e verso. Fra il corpo del pianoforte, impetuoso e imponente, e il corpo della parola, saettante e tagliente, abbiamo messo il corpo dell’attore. Si muove fra musica e verso, s’insedia in quella solitudine di cui sono e siamo, tutti, portatori. Si fa strada nella notte, si fa canto alla luna, si fa cielo tetro e greve, si fa albatro e prova a volare. Maldestramente, maleducatamente, forsennatamente, devotamente.
26 settembre h 22.30| Teatro Magnolfi - ALVEARE
RITA FRONGIA (IT)
L’OPINIONE DI ZIA ANGELINA
Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche. (J.P. Sartre)
Un abito da sposa.
Un corpo nudo in un fosso.
Un uomo a una festa di nozze.
Un fatto di cronaca.
Un fatto d’arte.
Un’opinione.
L’opinione di zia Angelina.
Opinione privata su un fatto di cronaca e d’arte.
26 settembre h 23.00| Teatro Magnolfi - ALVEARE
ILARIA DRAGO (IT)
VIRIDITAS_Tornare vivi
Ho scelto la cripta del Teatro Magnolfi perché in un tempo dove la vita dell'altro non è più considerata un valore è necessario calarsi simbolicamente nel punto più oscuro per arrivare là dove l'estremo ci avvisa che qualcosa è davvero in pericolo; cosa abbiamo dimenticato di noi stessi tanto da renderci merce, un niente da consumare? Dov'è la linfa originaria senza la quale non siamo che fantasmi a sopravvivere anziché vivi e rigogliosi? Ildegarda di Bingen ha chiamato quella linfa viriditas, il verdeggiare! Per lei “l'uomo si ammala quando è diviso, in conflitto con sé e con gli altri”; eppure l'altro non è nemico, è specchio! Ricongiungersi e trasformare l'orrore che si respira ogni giorno in qualcosa di nuovo. Arrendersi alla Bellezza! In un tempo in cui si vogliono muri, cerco quella viriditas come forza dirompente capace di sciogliere ogni tentazione di confine fino a dissolvere la propria fisionomia nell'incontro con l'altro: due esseri che amandosi si perdono e si riconoscono immense magiche realissime creature divine!
27 settembre
27 settembre h 18.30+19.00| Teatro Fabbrichino
TPO
PATHOS
a seguire
BATHOS
REPLICHE
27 settembre h 19.30| Teatro Fabbricone
COMPAGNIA NON NOVA- PHIA MENARD (FR)
CONTES IMMORAUX – Partie 1: MAISON MéRE
In Contes Immoraux - Partie 1: Maison Mère, un progetto commissionato dai Documenta 14 di Kassel nel 2017, Phia Ménard costruisce un villaggio Marshall di cartone a dimensioni reali attraverso un movimento deciso, come quello di una guerriera che affronta la battaglia fino alla morte. Tutto si gioca in un istante, tutto sembra perfetto, tranne che per quella nuvola che oscura la scena... Il nonno materno della Menard fu una vittima del bombardamento degli alleati che rase al suolo Nantes nel 1943. Durante la sua infanzia l'immagine e le conseguenze delle bombe non le sembravano reali, fu solo dopo molto tempo, visitando una fossa comune, che si rivelò la terribile infamia delle bombe. Maison Mère fa i conti con l'assurdità del piano Marshall: gestire la ricostruzione seguendo modelli di case prefabbricate.
27 settembre h 21.30| Teatro Magnolfi - ALVEARE
KATIA GIULIANI (IT)
THE WALK
Riappropriarsi del tempo e dello spazio, della lentezza, dello sguardo, della fisicità. Cercare riconnessioni. In The Walk mi impegno in un viaggio attraverso un lungo corridoio completamente vuoto. Un viaggio che traccio mano a mano che viene consumato, con i suoi ritmi, le sue urgenze, le pause, i silenzi, le ripetizioni, le attese. Una passeggiata da compiere attimo dopo attimo e senza alcuna destinazione, se non l'intento di esplorare me stessa e tutto ciò che mi circonda. Non ho perso niente, tutto è qui, tutto torna.
27 settembre h 22.00| Teatro Magnolfi - ALVEARE
ELISA POL (IT)
ONCE I FORGET TO BE A WOMAN
È il primo luglio 2018, un passo dopo l'altro salgo la pietraia che mi porta a quota 2.870 metri, i piedi mi spingono su, attraverso 1.170 metri di dislivello. Mentre il mio corpo è in marcia i miei pensieri continuano a ruotare attorno a casa, ai saluti, rivivo quei momenti in un loop continuo. Il paesaggio che mi circonda è reale tanto quanto la valigia posata sopra il letto (a cui torno), sono in ascensione lungo un canalone di roccia grigia e sono a casa, per me i due paesaggi si sovrappongono in transizione continua, in una negoziazione continua con il presente. Quando raggiungo il rifugio, che mi ospiterà per due mesi, per la guida alpina che asciuga la sua attrezzatura al sole sono una giovane donna, bianca, vestita in malo modo, ma in quel momento io ho già dimenticato di essere una donna, a quel punto non me ne frega niente. Once I forget to be a woman è la cronaca di un'esperienza. Il lavoro vuole esplorare il rapporto tra scrittura scenica e gesto coreografico, indagando la pluralità delle prospettive che costituiscono la nostra esperienza del reale e il suo ricordo.
27 settembre h 22.30 | Teatro Magnolfi – ALVEARE
LICIA LANERA (IT)
LINGUA EROTICA
Ogni argomento o luogo linguistico dovrebbe avere un vocabolario attinente, una propria area semantica. Spostando il luogo della politica nel mondo dei social, cambia anche la lingua. Ciò che rende il nostro ministro degli interni un leader o ciò che fa di un migrante un nemico, oggi non ha nulla a che vedere con la parte razionale o politica di un popolo, ma solo con il suo essere aizzati e infoiati da tutto un corollario di parole che attendono all'irrazionale, all'eros: quintali di bacioni. Il logos dunque lascia spazio all'eros. E le donne in questo processo erotico sono le più numerose. Femmine come me, che fanno torto a se stesse e alla storia. Questo ragionamento mi ha portata a Carlo Emilio Gadda. “La politica non è fatta per la vagina: per la vagina c'è il su' tampone appositamente conformato per lei dall'Eterno Fattore.”
27 settembre h 23.00| Teatro Magnolfi - ALVEARE
CHIARA LAGANI (IT)
L’INVENZIONE OCCASIONALE
Mi è stato chiesto, dalla direzione del Festival, di comporre un'azione, gesto o pensiero per la sezione Alveare dell'edizione di quest'anno, che ospita tutte artiste donne, eleggendo in qualche modo a tema questa particolare scelta sul femminile, ma in una maniera libera senza farne alcun obbligo di trattazione specifica. Ho ugualmente deciso di addentrarmi per la prima volta frontalmente in un terreno che ho sempre avvertito come delicato, talora per me scivoloso, ma fortissimo, quello del pensiero delle donne e sulle donne. Lo voglio fare attraverso un'autrice che è stata molto importante nel mio percorso degli ultimi anni, Elena Ferrante, e con la complicità di una delle migliori voci critiche, sempre credo e non a caso una donna, che ho avuto la fortuna di incontrare durante gli anni di studio dei quattri libri dell'Amica geniale. Ferrante è un'autrice potente, sempre spiazzante e mai scontata per i lampi di viva luce che sa gettare sugli argomenti più fondi, accendendo grosse rivoluzioni interiori in chi legge. Il recente L'invenzione occasionale raccoglie i pezzi che sono usciti per un anno settimanalmente su The Guardian a firma dell'autrice. A partire da alcune di quelle pagine, con l'aiuto fondamentale di Tiziana de Rogatis, cercherò di attraversare alcuni dei suoi temi, capaci di «ripensare l'immaginario femminile come uno splendido graffito ancora parzialmente sepolto. Oltre il denso strato dell'immaginario neo-patriarcale, della retorica dell'emancipazione o dei buoni sentimenti: da lì si sprigiona L'invenzione occasionale.» (Tiziana de Rogatis, dal risvolto di copertina del libro). (Chiara Lagani)
28 Settembre
28 settembre h 18.00| Cassero
CLAUDIA CALDARANO (IT)
SULLA DISTANZA
Sulla distanza si svolge lungo il “corridoio del Castello”, il Cassero di Prato, in origine chiamato il “Corridore del Cassero” e lungo 230 metri. L’antico camminamento medievale collegava le mura di Porta Fiorentina al Castello dell'Imperatore per permettere alle truppe di attraversare la città senza essere viste. Qui, lungo circa 30 metri, prendo distanza dalla mia immagine, appena visibile, occulta e segreta. Il corpo, dentro il riquadro di una grande lente d'ingrandimento, è così smisurato da far emergere linee, macchie, sfumature di forme e colori dai mutamenti delle minoranze corporee e dagli assestamenti dei dettagli del corpo. Sono un quadro astratto, e poi surreale, e poi un collage; porzioni del corpo si sdoppiano e compongono si accostano tagliandone altre e mi accorcio fino a quando la testa si attacca ai piedi e colo via. La macchina del corpo è come se fosse in un'ampolla che lo avvicina, lo allontana, lo curva e lo amplifica fino ad annullarlo e farlo diventare un paesaggio; così affiorano una serie di fantastiche intuizioni, miraggi fisici, anomalie, astrazioni; la lente mi stacca dal corpo e sembra che non sono lì, scompaio e appaio da un grumo di colore, piccola e al contrario, divento lo sfondo di un autoritratto, con una piccolissima mano che oscilla di dimensioni e tra le dimensioni, tra i punti di vista, tra le distanze, in cerca della differenza di rappresentazione, di visione - su cui ho un controllo parziale perché la posizione di osservazione cambia, in parte, il contenuto del quadro – e invita chi guarda a spostarsi dal proprio punto di vista affinché il quadro possa parlare con una inflessione diversa. Accostando il vicino con il lontano la forma si libera, altera, distorce, cambia di stato, la visione si sposta su prospettive inconsuete, sulle figure marginali come le ombre, i riflessi, i particolari di un corpo sotto sopra, fuori di sé, che meraviglia, che va a fuoco, che svanisce, che perde i contorni mentre brucia sulla distanza.
28 settembre h 19.00| Manifatture Digitali Cinema Prato
JORIS LACOSTE (FR)
JUKEBOX – ENCYCLOPEDIE DE LA PAROLE
Jukebox è un pezzo unico progettato per un unico spazio geografico: una città. Ogni versione, composta in stretta collaborazione con un team locale di ricercatori, un attore e un drammaturgo, ha lo scopo di condividere i metodi e i processi de L'Encyclopédie de la Parole e di eseguire le singole forme di discorso sostenute da specifici contesti culturali e geografici: Se vivo a Roma, Prato o Cagliari, quali sono i diversi discorsi che mi attraversano in un dato giorno? Permettendo agli spettatori di scegliere quali parole vengono eseguite e in quale ordine, Jukebox intende esplorare i modi in cui una comunità si rappresenta. Cosa vogliamo sentire dalla lingua che parliamo? Dalla nostra cultura? Come faremo per fare in modo che queste voci risuonino l'una con l'altra?
28 settembre h 20.30| Spazio K
LUNA CENERE (IT)
TWIN
Twin costituisce il primo step di un processo. Un frammento, parte di una ricerca più ampia, che ha come tema principale il binomio Natura-Tecnologia. Dove il termine 'Natura' fa riferimento alla sfera reale e fisica dell'essere umano e dell'universo che lo circonda, mentre il termine 'Tecnologia' è legato a tutto ciò che l'essere umano è stato in grado di comprendere e riscrivere (o anche sovrascrivere) nel corso della sua evoluzione. Il 'gemello' è quindi inteso come la doppia identità: l'attuale co-esistenza di una natura reale dell'essere umano e la 'Proiezione' o 'Riproduzione', al di fuori di sé, di tutto ciò che immagina, crea e che si ridefinisce ad ogni rivoluzione. L'uomo è in grado di creare al di fuori di sé.
28 settembre h 21.00+21.30| Teatro Fabbrichino
TPO
PATHOS
a seguire
BATHOS
REPLICHE
28 settembre h 22.00| Teatro Fabbricone
ALESSANDRO SCIARRONI (IT)
AUGUSTO
Augusto è uno spettacolo sul bisogno di sentirsi amati in maniera incondizionata e sul dolore. La pratica fisica e vocale attraverso la quale viene concesso agli interpreti di esprimersi è esclusivamente quella della risata ad oltranza. In questa maniera, gli interpreti del lavoro ridono per rappresentare gioia, euforia, commozione, così come sofferenza, rabbia e paura. Il titolo dello spettacolo è un omaggio alla figura del clown Augusto. Qui si ride anche della violenza, come al circo quando il clown inciampa e combina disastri e per punizione riceve uno schiaffo finto dal suo collega. Si ride come ridono i bambini in Augusto, fino a quando non ci si accorge che ci si è fatti male sul serio.
29 Settembre
29 settembre h 17.00+17.30| Teatro Fabbrichino
TPO
PATHOS
a seguire
BATHOS
REPLICHE
29 settembre h 16.00| Manifatture Digitali Cinema Prato
JORIS LACOSTE (FR)
JUKEBOX – ENCYCLOPEDIE DE LA PAROLE
(45’)
REPLICA
29 settembre h 17.00| Cassero
CLAUDIA CALDARANO
SULLA DISTANZA
REPLICA
29 settembre 18.00 | Teatro Metastasio
MARLENE MONTEIRO FREITAS (PT)
BACCHAE- Prelude to a Purge
In Euripide si attraversano il delirio, l'irrazionalità, l'isteria, la follia, dall'illusione alla cecità e dalla cecità alla rivelazione. Si articolano ferocia e desiderio di pace, la ferocia e l'aspirazione ad una vita semplice e pacifica. Direzioni opposte e contraddittorie, lo scontro di elementi estremamente ambigui, corpi smembrati, statuti sociali messi a dura prova, fede e credenze messe a dura prova..... Miracoli! Questo è il mondo morale ed estetico che l'autore ci invita a percorrere e che accettiamo, conducendoci nel profondo della psiche umana, sotto le forze oltre la ragione. In Bacchae - Preludio all'epurazione, musica, danza e mistero ci conducono come funamboli sul filo dell'intensità, in un combattimento di apparenze e dissimulazioni, polarizzate tra i campi di Apollo e Dionisio.
PROGRAMMA CRONOLOGICO
EVENTI COLLATERALI
15+22+29 settembre e 6+12.ottobre h.17.00-19.00/Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
JACOPO MILIANI
INFINITY
Infinity è una serie di workshop a cura di Jacopo Miliani (Firenze, 1979) appositamente pensati per il Centro per l’arte contemporanea Lugi Pecci. I workshop sono dei veri e propri momenti performativi che infrangono la categoria “pubblico di una mostra”, una riflessione su come la danza modifichi le modalità di fruizione del museo e su come allo stesso tempo si possa creare una comunità attraverso la danza. Ciascun workshop avrà un focus su una tematica specifica, individuata da Miliani in relazione alla decade degli anni Novanta: per l’artista i Novanta rappresentano sia il personale periodo dell’adolescenza, sia la nascita di un nuovo linguaggio che, attraverso la tecnologia e i mezzi di comunicazione, ha trasformato i processi relazionali e quelli espressivi. I workshop non sono strutturati come un’osservazione distaccata e un ripensamento di un periodo storico-culturale, ma saranno le dinamiche di pensiero collegabili a quella decade a entrare direttamente nel museo come “materia viva”, in grado di essere trasformata e ricontestualizzata costantemente.
23/26 settembre h 14.00 - 17.30| Saletta Campolmi
KINKALERI
WORKSHOP 0
Kinkaleri ha aperto un nuovo ciclo di studio da sviluppare nel corso di un anno sulla figura, sulla scrittura e sulla tradizione del Moro di Venezia e del suo universale autore, in previsione della prossima produzione. Dopo il primo incontro di studio, lanciamo un nuovo appuntamento in collaborazione con Contemporanea Festival, diretto essenzialmente a sviluppare una ricerca ad ampio spettro condividendo la relazione con performer di ogni genere. Ancora una occasione per sviluppare, in ricerca, una relazione condivisa che non debba necessariamente produrre materiali di scena ma che sia prima di tutto incontro e conoscenza di soggetti, linguaggi, intensità, dinamica, forme e formati per immaginare una possibile presenza di scena.
25/28 settembre/Ex Chiesa di San Giovanni
POECITY - AZIONI URBANE DI POESIA -
VERSI PER ALVEARE
Restituzione poetica delle azioni teatrali di Alveare
Per Contemporanea Festival Poecity propone un intervento di ascolto/osservazione attiva delle performance del progetto di Alveare con successiva restituzione in forma di versi e frammenti da tracciare su supporti cartacei e/o multimediali che saranno ospitati ed esposti nel Chiesino Ex San Giovanni.
Poecity - Azioni Urbane di Poesia - è un progetto sorto a Prato nel 2015 per promuovere la lettura di testi poetici, specialmente contemporanei, e coltivare spazi di incontro. Si rivolge a tutte le persone che condividono o vogliono sperimentare la passione per la poesia come occasione per sviluppare possibilità: di significati, punti di vista, contatti. Le attività di Poecity comprendono letture condivise di poesie d’autore a tema, incontri con poeti, performances, reading. Poecity collabora da diversi anni con il Festival Contemporanea e con il Teatro Metastasio.
26 settembre h.18.00/Studio BBS-pro
EDOARDO NARDIN
VOI SIETE QUI, DAL VERO
A distanza esatta di un anno da quella realizzata negli spazi industriali di Patrizia Pepe, arriva la mostra di Edoardo Nardin VOI SIETE QUI, DAL VERO in un altro spazio non convenzionale: BBS, studio di dottori commercialisti che per vocazione e passione affida ad artisti, curatori e galleristi i suoi spazi. Il DNA dell’artista è un eclettismo che riesce a far sfumare i confini tra diversi linguaggi espressivi, un funambolismo artistico in cui Nardin disegna, inventa, improvvisa, nel giro perenne delle sue performance, a cui alterna le mostre. La mostra si snoda con vari passaggi del percorso di Nardin: dall’uso delle “faccine”, ai selfie contemporanei, alle “maschere” bianche veneziane. Ad ingresso gratuito.
27/29 settembre h 14.00 - 17.30| Spazio K
LAB. GIORGIA NARDIN
PLEASURE BODY
Il workshop è dedicato alla celebrazione di persone che si identificano come queer, trans, non-binarie, intersex, donne*, femme, identità non conformi, persone che esperiscono marginalizzazione (++) e i/le loro complici. Più che un workshop, Pleasure Body desidera essere uno spazio in cui il riposo e il piacere vengono riconosciuti sia come strumenti di resistenza che come terreni in cui riappropriarsi del proprio corpo, lontan_ dalla coercizione sistemica e lo sguardo/giudizio eteronormativo patriarcale bianco-centrico.
Considerando che le persone queer/trans/non-binarie/intersex/donne*/femme/+ sono soggette a oppressione sistemica, violenze e trauma più delle persone cisgender/bianche/eteronormate, e che questo si traduce spesso in specifiche depressioni somatiche e mette a rischio il nostro accesso al piacere, al riposo, alla gioia e alla salute mentale, Pleasure Body si concentra sul riconoscimento dei luoghi somatici in cui questa violenza stagna e propone delle strategie per rilasciarla. Durante il workshop, intreccio i miei studi somatici come mover con alcuni rituali, pratiche e danze della cultura SWANA (South-West Asian and North African, più precisamente la cultura Armena inscritta in questo acronimo). Prima del colonialismo, dell'Orientalismo e della coercizione dei corpi, quelle che in Occidente sono arrivate come “Danze Orientali” erano pratiche fondamentali di esperienza e vita nel corpo. Queste danze si caratterizzano per i movimenti circolari, ondulatori del bacino e per le profonde, radicanti vibrazioni delle anche, del culo e del centro, e gli/le antenat_ le consideravano forme sacre di celebrazione femme, di autodeterminazione, metodi contraccettivi, abortivi e orgasmici. Riprendersi lo spazio e il sentire attraverso queste pratiche è, per me, un atto politico e una forma di resistenza all'annientamento, alla cancellazione e all'indottrinamento patriarcale al quale i nostri corpi sono stati sottoposti, sia come identità queer e non-conformi sia come generazioni diasporiche e colonizzate. Pleasure Body si articola nell'arco di tre giornate caratterizzate dalla lentezza come resistenza ad un approccio capitalista al lavoro e alle modalità di apprendimento, dalla morbidezza che è artiglieria in tempo di crisi, di letture e scritture di manifesti per trovare e inventare nuovi nomi da darci, di accesso alle pratiche somatiche da un punto di vista transfemminista e queer, di danzare/dormire/toccare/vibrare/piangere solo se lo desideri e di fare qualcosa solo se lo desideri, di praticare il consenso, di mettere al centro il piacere come forza motrice e il riposo come diritto fondamentale.
28 settembre h 12.00| Teatro Metastasio
LA FUNZIONE CULTURALE DEI FESTIVAL: UN SEMINARIO
Su proposta di Edoardo Donatini nel settembre 2017 durante Contemporanea Festivalsono stati invitati critici e studiosi a discutere sulle suggestioni evocate dal titolo proposto per l'incontro: Il crollo della funzione culturale dei/nei festival. Si trattava di un titolo volutamente provocatorio, allo scopo di verificare se fosse giunto il momento di affrontare una discussione approfondita sulla complessa storia dei festival teatrali, e se la loro funzione culturale fosse ancora fulcro del processo creativo, linfa vitale del sistema dello spettacolo dal vivo. Contestualmente, dopo questo primo incontro, sono nati a livello nazionale altri importanti momenti di confronto tra organizzatori e critici che hanno stimolato la composizione di un tavolo di coordinamento con alcuni direttori di festival tra i più significativi del panorama italiano. Il 29 settembre 2018 al Teatro Metastasio nell'ambito di Contemporanea Festival i direttori del tavolo si sono riuniti insieme ad alcuni studiosi, critici e operatori, in un seminario che ha rappresentato un'ulteriore tappa di questo percorso di studio. I temi affrontati attraverso un serie di dialoghi, tenuti ciascuno da un direttore di festival e da un critico, e seguiti da discussioni sono stati trascritti, rivisti e pubblicati nel volume “La funzione culturale dei festival: un seminario” che sabato 28 settembre 2019 sarà presentato a operatori, critici, compagnie e cittadini.
Fonte: Ufficio Stampa
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