Primarie Pd, Giglioli: "Margini per ricomporre senza strascichi". Centro storico e Ponte a Egola 'ossi duri' per il consenso

Da sinistra: Marco Greco e Simone Giglioli (foto da Facebook)

Le primarie del Pd di San Miniato sono state vinte dal sindaco uscente Simone Giglioli. Un 'ostacolo' posto dalla vecchia guardia del partito che ha voluto 'testare' la volontà di iscritti e simpatizzanti di andare avanti verso il voto con il primo cittadino, dopo che la riconferma non era diventata più scontata. Per fare questo, il segretario eletto a fine novembre Vincenzo Mastroianni si è posto in contrasto e la soluzione necessaria è stata quella di andare alle primarie. Anche se non è stato il primo nome contattato (parola di Vittorio Gasparri, presidente del Consiglio comunale durante il dibattito tra candidati a Ponte a Egola), Mastroianni è riuscito a dare filo da torcere in questa contesa, strappando due sedi importanti al sindaco: San Miniato centro storico (158 a 124) e Ponte a Egola (125 a 112). A San Donato e Isola invece Giglioli vince per un pugno di voti, rispettivamente 2 e 4.

Come se lo spiega Giglioli? "A parte che può essere normale non vincere dappertutto, c'è stato uno zoccolo duro di sostenitori di Mastroianni. Tra cui il circolo di San Miniato centro storico e la parte legata allo Spi-Cgil e Auser". Per il sindaco quello di Mastroianni è stato "un voto di opinione" mentre lui stesso afferma di non avere avuto "un voto organizzato", quindi strutturato da parte di persone ben riconoscibili che hanno fatto quadrato per lui. È possibile anche che in centro storico, visti i lavori impattanti in piazza del Popolo, questo disagio sia stato espresso nell'urna.

La lettura diventa chiara, ma era già pronosticabile: se alcune zone erano facilmente attribuibili a Giglioli, dove ha vinto Mastroianni è stato perché la spaccatura era generazionale. "Io parlo alla generazione dei trenta-quarantenni, fino ad arrivare ai sessantenni", ammette senza problemi Giglioli, mentre chi è più avanti con gli anni gli ha preferito Mastroianni.

Le primarie del 2009 lasciarono strascichi decennali, e queste invece? "Ci sono elementi per ricomporre, ieri Mastroianni era al circolo di San Miniato Basso. A breve il partito terrà un'assemblea, penso che ci saranno i margini per ricompattare senza strascichi". Sono sempre parole di circostanza, ma ci sarà qualcosa da concedere a questa fazione che si è costituita per le primarie? "Lavoreremo tutti insieme, ci sarà un impegno per il programma e per la rappresentanza".

Oltre alla lettura dei numeri, sono anche i numeri stessi a dare l'impressione di un voto in affanno: 1.966 persone. Certo, le piogge copiose non hanno aiutato, ma se facciamo un confronto con territori vicini dove il Pd ha tenuto le primarie (a Bagno a Ripoli hanno votato 2.854 persone, la popolazione è di poco inferiore a San Miniato, mentre a Vinci hanno votato in 2.404 e la popolazione è la metà della città della Rocca). La partecipazione, in vista del voto di giugno, diventa un nodo importante per i Dem. Specialmente per ricucire con la popolazione che nel 2019 ha preferito Altini al ballottaggio rispetto a Giglioli.

E guarda caso si parla ancora di Ponte a Egola e centro storico. Ecco cosa scrivemmo all'indomani del voto, spulciando tra i dati delle sezioni:

"Michele Altini raggiunge la vittoria in due sezioni del centro storico, la 2 e la 3, in una di Ponte a Egola e in un'altra di San Donato. Quattro su ventisei. Il risultato migliore di Altini è il 56.91% nella sezione 3 del centro storico".

Vedremo se il resto degli elettori che si esprimeranno a giugno confermeranno la tendenza già intravista alle primarie o se in 5 anni il rapporto dell'amministrazione con la parte storica e industriale del comune è cambiata veramente.

Elia Billero



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