
Gueye Elhadji, 29 anni, è un talento del calcio dilettantistico che quest’anno ha fatto il suo esordio come nuovo acquisto del Gambassi Calcio. Nato e cresciuto in Italia, è cittadino italiano a tutti gli effetti. Nonostante le sue qualità tecniche abbiano conquistato il campo, c’è un dettaglio che continua a renderlo bersaglio di alcuni: il colore della sua pelle.
Proprio questo, al termine della partita di Coppa Toscana contro l’Atletico Etruria, lo ha reso vittima di un gesto discriminatorio da parte di un avversario, aggiungendo un altro episodio alla lunga lista di intolleranze che affliggono il mondo del calcio.
È quanto emerge dalle pagine del Tirreno, che ha ricostruito la dinamica della partita.
L'incontro, vinto dall’Atletico Etruria per 2-1, ha visto Gueye distinguersi con una prestazione eccellente. L’attaccante del Gambassi è stato autore di un gol nel secondo tempo, riaprendo il match e mettendo in difficoltà gli avversari fino alla fine. Tuttavia, dopo il triplice fischio, la tensione è esplosa. Un giocatore dell’Atletico Etruria, identificato da alcuni come il portiere, si è avvicinato a Gueye non per complimentarsi, ma per umiliarlo con un gesto razzista, mimando i movimenti di una scimmia. Un’azione che purtroppo ricorda episodi già visti anche nei grandi stadi delle categorie professionistiche.
Gueye ha reagito con fermezza, invitando l’avversario a ripetere il gesto di fronte a tutti i presenti, urlando a gran voce. Nonostante la sua reazione fosse solo verbale, l’arbitro ha punito il calciatore del Gambassi con un cartellino rosso, una decisione che ha lasciato l’amaro in bocca a molti.
I compagni di squadra e l’allenatore Mauro Tramacere Falco sono intervenuti per placare gli animi, così come il tecnico dell’Atletico Etruria, Biagio Pagano, e alcuni dirigenti, impegnati a calmare i giocatori sul campo.
Dopo il rientro negli spogliatoi, Gueye ha ricevuto il sostegno dei compagni, della dirigenza e dello staff tecnico del Gambassi, ma l’episodio ha lasciato un segno profondo. Per il calciatore è stata una giornata umiliante, non solo per l’insulto subito, ma anche per l’espulsione ricevuta. Una vicenda che riaccende il dibattito su quanto poco si faccia, anche nei campionati dilettantistici, per contrastare il razzismo sui campi di gioco.
Antonio Lanzo
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