
“E’ un dovere, innanzitutto morale, segnalare come nel nostro Paese sia in corso il tentativo di marginalizzazione, al limite della liquidazione, della Giurisdizione. Con evidenti rischi per la tenuta dell’ordinamento democratico, perché la nostra Carta Costituzionale affida alla Giurisdizione la responsabilità di concorrere a dare attuazione ai principi fondamentali enunciati nei primi dodici articoli e ad assicurare che siano tutelati diritti e ottemperati doveri.”
A dirlo è stato Sergio Paparo, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze, durante il suo intervento in occasione all’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Sconcerta il disinteresse di Parlamento, Governo e Ministro della Giustizia riguardo agli allarmi che tanto il Consiglio Superiore della Magistratura, quanto i Presidenti delle Corti d’Appello e dei Tribunali, hanno segnalato circa le gravissime ricadute negative sul concreto esercizio della giurisdizione in conseguenza di recenti scelte legislative ed organizzative adottate, fra l’altro, in materia di prescrizione e di competenze delle Corti d’Appello in materia di immigrazione – ha dichiarato il presidente Paparo -. I 26 Presidenti di Corte d’Appello hanno denunciato che la riforma, attuata in via d’urgenza, ad organici invariati e senza risorse aggiuntive, costituirà “un disastro annunciato per tutte le Corti d’Appello italiane e renderà irrealizzabili gli obiettivi del PNRR e determinerà un’ulteriore recrudescenza del tempi e dell’arretrato dei processi”.
“Se la funzione primaria della Giurisdizione è di assicurare che le leggi siano applicate, secondo la regola di un’interpretazione che sia rispettosa oltre che dei principi della nostra Costituzione anche delle normative e della giurisprudenza sovranazionali, il presupposto ineludibile è che avvocati e magistrati siano messi in condizione di esercitare le loro funzioni in assoluta indipendenza e autonomia – sottolinea Paparo -. Mi riferisco ai sempre più frequenti e gravi episodi di intimidazione a danno di avvocati e magistrati finalizzati a condizionarne l’attività, rispettivamente, difensiva e giudicante.”
“Ricordo il tentativo di aggressione a danno dei colleghi Cecilia Turco e Mimmo Passione, all’esito di un’udienza davanti alla Corte d’Appello nella quale avevano “osato” avanzare istanze difensive non gradite al “tribunale del popolo” composto dai parenti ed amici della parte offesa di quel procedimento, in conseguenza di una inaccettabile identificazione del difensore con l’assistito o, peggio, con il reato per il quale è imputato – dice il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Firenze -. Senza dimenticare il blitz compiuto nella notte fra il 19 e il 20 novembre scorsi in cui davanti ai palazzi di giustizia di Firenze, Prato, Pistoia e Lucca, furono esposti striscioni, tutti con la frase “Elon Musk ha ragione: toghe rosse andatevene”, che riprendeva quanto il magnate, proprietario di satelliti e piattaforme internet, aveva scritto sul suo social riferendosi ai magistrati di Roma che avevano sospeso la convalida del trattenimento per sette migranti portati nel Cpr in Albania.”
“Episodi che allarmano e sgomentano, perché sono diretta conseguenza del fastidio e del disprezzo manifestati dal decisore legislativo e politico nei confronti della funzione di controllo della legalità esercitata dalla Giurisdizione – spiega Paparo -. Chiunque esercita il diritto di azione e di difesa di cui all’art. 24 della Costituzione deve avere la certezza che la sua vicenda sarà decisa dal magistrato senza che questi possa essere chiamato a rispondere del merito della sua decisione, se non ai giudici dei gradi di impugnazione e che il suo avvocato potrà difenderlo senza dover subire interferenze esterne e mediatiche.”
“Voglio ricordare, dedicando un attimo di silenzio simbolico, alla memoria dei tanti lavoratori che, nei nostri territori, hanno perso la vita sul luogo di lavoro, e rivolgo alle loro famiglie un segnale di affettuosa e sincera vicinanza da parte dell’Avvocatura del Distretto – ricorda il presidente Paparo -. Minuto di silenzio simbolico che estendo a tutti i detenuti che nelle carceri del nostro Paese si sono tolti la vita in segno di disperata ed estrema protesta contro la sistematica violazione del precetto dell’art. 27 della Costituzione, secondo cui “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Inaccettabile quanto dichiarato dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, in occasione della presentazione di una nuova auto per il trasporto di detenuti in regime di 41 bis, nella quale è collocata una speciale “cellula detentiva”, che ha manifestato “intima gioia” nel “far sapere ai cittadini come noi sappiamo trattare e incalziamo chi sta dietro quel vetro e non lo lasciamo respirare.”
“Così come è desolante che il Ministro della Giustizia abbia indicato il “futuro del mondo carcerario” nella progettazione di nuove carceri per “ben 7.000 nuovi posti detentivi” quale unica risposta alla situazione di disumanità delle condizioni di detenzione della gran parte dei nostri penitenziari a causa del drammatico sovraffollamento ed abbia escluso il ricorso ad interventi di condono, indulto ed amnistia, invocati anche da Papa Francesco” ha aggiunto Paparo.
Fonte: Ordine degli Avvocati di Firenze
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