'Scam cities' e schiavi informatici: le truffe informatiche nel Sud-est asiatico al Punto sul Mondo con Emanuele Giordana

Nuovo appuntamento di Un Punto sul mondo, la rubrica di Radio Lady in collaborazione con Gonews.it e con l'Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo. Ospite di questa puntata il giornalista Emanuele Giordana, impegnato in una ricerca sui Paesi del Sud-est asiatico che coinvolge un fenomeno in crescita in Occidente ma già consolidato nell'Est del mondo: le truffe informatiche. A intervistare Giordana, il direttore di Gonews.it, Giovanni Mennillo.

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Giordana racconta che si sta occupando da circa tre anni di un fenomeno praticamente sconosciuto in Italia: un sistema di truffe telefoniche molto raffinato, diffuso soprattutto in Myanmar, Cambogia e Laos, tre Paesi del Sud-est asiatico che circondano la Thailandia. "I truffatori - spiega - si trovano spesso in piccole città o interi edifici e hanno il compito di fare truffe telefoniche, soprattutto su cittadini cinesi. Successivamente sono passati a quelli americani e ora, stiamo cercando di dimostrare, stanno arrivando anche da noi".

Il fenomeno delle truffe non è nuovo, soprattutto in Italia, ma diversamente dalle truffe 'classiche' a cui siamo abituati, queste, come spiega Giordana, "non riguardano bande criminali, ma criminali che assoldano persone  con l'inganno: informatici dalla Cina, Pakistan, Marocco e Cambogia che vengono attirati a Bangkok con la promessa di 2-3000 dollari al mese, ma poi vengono trasferiti nelle città-truffa (o scam cities) in Laos, dove diventano sostanzialmente prigionieri. Gli viene chiesto di pagare cifre folli per essere rilasciati, altrimenti vengono rinchiusi e picchiati, e per poter andarsene, se non riescono a raggiungere il target (di solito 10.000 dollari), sono costretti a truffare. Una volta rilasciati, però, non denunciano perché sono diventati a loro volta dei truffatori. È un sistema terribile ed enorme, un giro d'affari gigantesco". Un giro d'affari che, spiega Giordana, si attesta secondo i dati di The Economist a circa 50 miliardi di dollari, ma il capo dell'Interpol di Singapore avrebbe dichiarato che la cifra sarebbe molto più alta, toccando i 3000 miliardi all'anno.

La scelta del Myanmar come Paese designato per le truffe si deve alla situazione politica di guerra che sta vivendo. "In un Paese in guerra - spiega Giordana - tutto è lecito e si possono fare tutti i tipi di affari, anche se il denaro è sporco. Questo denaro fa gola a tutti, soprattutto alla giunta militare birmana che, dopo aver preso il potere nel 2021, ha bisogno disperato di soldi per reprimere la popolazione".

Questa nuova forma di mafia, che prima lavorava con i soldi sporchi provenienti dalle case di gioco d'azzardo e dalla prostituzione, ora sfrutta questo sistema redditizio in cui si sfruttano degli schiavi per 12 ore al giorno. Secondo le Nazioni Unite, si parlerebbe di 200.000 persone, ma secondo i civili si tratterebbe addirittura di 300.000 prigionieri. "Parliamo di persone che non possono uscire, ci sono casi registrati di ragazze o ragazzi che si buttano dalle finestre degli edifici, in molti casi morendo. Sono edifici che sono chiusi dall'esterno con le sbarre alle finestre, così da non far uscire le persone", racconta Giordana.

Questo fenomeno delle 'scam cities', nonostante producano 3000 miliardi all'anno, "un numero che nemmeno si può scrivere", cambia il tessuto del paese, ma solo per una piccolissima minoranza che ne beneficia. I soldi prodotti da queste attività finiscono per essere reinvestiti in forma 'pulita' in cui espandono queste città (costruiscono aeroporti o garage), oppure riciclando il denaro che arriva anche nel nostro mercato e investito in attività pulite. "Non è tanto diverso da quello che la nostra mafia fa già".

Questo fenomeno sembra essere ignorato, nonostante si parli di un continente da 2 miliardi di persone e, nella fattispecie, di un Paese in guerra e in cui è accettata una forma di schiavismo. "La mafia cinese si è inventata questo sistema nel periodo in cui c'era il Covid e in cui nessuno poteva uscire di casa per andare nei casinò, nelle case di piacere o comprare le metanfetamine. In questo modo si sono inventati una forma di modernità criminale per truffe da miliardi di dollari", conclude Giordana.

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