Marchio rubato e clienti ingannati, truffata un'azienda di Montelupo

Clonando logo e indirizzo, il truffatore avrebbe venduto online pezzi per auto mai arrivati non solo a danno degli acquirenti ma della ditta stessa, vittima del furto di identità


Da circa un anno un’azienda di Montelupo Fiorentino è stata derubata da un truffatore, ancora non individuato, della propria identità. Fingendosi l'azienda stessa, clonando il marchio e addirittura l’indirizzo fisico della sede, clienti inconsapevoli vengono ingannati nella vendita online di pezzi d'auto poi mai spediti. A riportare la vicenda che coinvolge suo malgrado la RM Group Srl, proprietaria del marchio denominativo RMG, è oggi il quotidiano La Nazione.

Un incubo iniziato a luglio 2024, con la situazione emersa quando due persone, da Roma, si sono presentate a Montelupo per reclamare dei fari. Ma come spiegato dall'amministratore delegato al quotidiano, sono prodotti non trattati dall’azienda, che ha un’officina nella zona industriale di Montelupo e un magazzino di ricambi per la rivendita di ogni tipologia di componente Gpl, metano e carburanti alternativi, indirizzati però solo a ricambisti e non ai clienti finali. L’equivoco creduto inizialmente si è aggravato quando le segnalazioni sono aumentate.

Finita al centro di proteste per ordini mai ricevuti, l’azienda scopre di essere stata clonata online su diverse piattaforme, compreso il proprio indirizzo. Ma è lo stesso gruppo ad essere vittima della truffa, messo a dura prova per la reputazione e la pazienza: illecito del marchio registrato e sostituzione di persona gli estremi da subito individuati, come spiegato dall’avvocato che assiste l’azienda, che a ottobre scorso ha depositato la prima querela. Ma i fatti sono proseguiti, il truffatore al momento è ancora impunito e il danno all’immagine è continuato per la RM Group tra recensioni negative online dei clienti caduti nel raggiro, e di riflesso anche all’officina. Sollecitata la procura, è stata richiesta la rimozione dell’utenza incriminata, le verifiche dell’intestazione di quest’ultima e la sua disattivazione, oltre alla rimozione degli annunci. Ma ad oggi, sottolinea l’avvocato, ancora nessuna risposta.

L’azienda chiede giustizia mentre come spiegato al quotidiano, riceve accuse di disonestà e continua a pagare le conseguenze del furto del proprio nome.

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