
Attraverso il segretario comunale l'Amministrazione ribadisce il 'no tecnico' all'accorpamento e per la modifica la regolamento forse non c'è più tempo
Erano 35 i punti all'ordine del giorno del consiglio comunale di ieri a Empoli, tra questi anche la questione dell'accorpamento del referendum sulla Multiutility alle Regionali.
Come ormai è noto, con la data del 12 ottobre messa praticamente a calendario per il voto toscano, incombe la 'scure' dei 60 giorni sulla richiesta di accorpare il referendum al voto toscano: o il consiglio comunale interviene sul regolamento che vieta di unire le consultazioni entro metà agosto o il referendum sulla Multiutility slitterà alle calende greche. Dopo la presa di posizione del sindaco Alessi Mantellassi a inizio luglio contro l'accorpamento, nei giorni scorsi il tema è stato nuovamente al centro della discussione tra appelli all'Amministrazione e veri e propri battibecchi tra il Comitato e alcune forze politiche. Il punto cerchiato di rosso era il n.26, ma dopo un consiglio fiume durato dalle 18 alle 2 della notte, giunto tra sguardi assonnati al punto n.22, sul referendum si è fatto tanto fumo e poco arrosto.
E dire che nei giorni precedenti sulla chat "informale" dei capigruppo si era addirittura deciso di concedere l'anticipazione della mozione. A causa però di una lunga comunicazione del sindaco Mantellassi sulla questione stadio, durata oltre un'ora, problemi tecnici vari e il lungo Odg di metà estate, è subito stato chiaro che i tempi tecnici non c'erano. Dopo appena due punti la presidente del consiglio comunale Simona Cioni chiede di anticipare prima dell'ora di interrogazioni le delibere sulle 'antenne' di telefonia così da poter ascoltare i tecnici che, invitati al consiglio, sarebbero dovuti andar via. Per alcuni consiglieri significava automaticamente rinviare la mozione sul regolamento.
Andrea Poggianti del Centrodestra per Empoli "dato l'0Odg molto copioso che impediranno molte discussioni" propone quindi di convocare un 'consiglio di recupero' a stretto giro. La proposta viene parzialmente accorta dalla presidente Simona Cioni, "sono a disposizione, potremmo farlo a fine agosto", Leonardo Masi di BE-Siamo Empoli rilancia e chiede espressamente o di farlo la settimana prossima o di invertire l'ordine dei lavori per poter discutere del regolamento "non per apporre prima le nostre mozioni, ma perché sono importanti i tempi". Per il primo punto la presidente chiude, "non ci sarebbe nemmeno il personale", per il secondo serve un voto del consiglio.
Dopo una breve verifica del regolamento la capogruppo PD Viola Rovai si appella alla decisione precedente e accusa i consiglieri di aver cambiato le carte in tavola: "Eravamo tutti d'accordo sull'anticipazione. La richiesta pervenuta adesso è diversa da quella che c'è pervenuta in modo 'informale' in chat, quindi io mi sento di dire che, anche nel rispetto dei consigliari del mio gruppo le avevo già avvisati di questa cosa, non si accetta la richiesta". Sulla stessa linea Marco Di Cuio del gruppo AVS: "Gli accordi erano diversi"
Il consigliere di Fdi Cosimo Carriero parla di "situazione assolutamente cambiata" e che "le cose sono cambiate rispetto agli accordi che erano stati presi" spiegando che "se una mozione viene presentata per il consiglio del 23 luglio è perché serve per quella data o al massimo per la seduta successiva convocata in tempi brevi". Ritorna quindi sulla questione del consiglio 'di recupero': "non capisco è come mai non si riesca a organizzare un consiglio nel giro di una settimana se comunque gli atti sarebbero esattamente gli stessi". Anche Iacopo Maccari del M5S parla di "situazione cambiata" spiegando che "noi avevamo chiesto di anticipare la mozione perché sono fondamentali le tempistiche".
La proposta viene messa ai voti e bocciata con 14 favorevoli e 7 contrari. "Il nostro - commenta Masi - non era un tentativo di ribaltare, ma di adeguare l'Odg alle stesse necessità espresse in chat di discutere quella mozione nell'interesse della città. Prendiamo atto che questo è un voto politico". Ribatte Di Cuio: "Il consigliere Masi come vicepresidente della Commissione I e la consigliera Ciolli come capigruppo dovrebbero magari spiegare perché adesso vogliono in fretta e furia un atto che potevano chiedere da un anno in Commissione. Non si può far passare l'idea che noi vogliamo ostacolare il referendum. Si fa passare noi come antidemocratici quando in realtà i primi a non averla voluta discutere prima sono stati proprio loro" (qui l'attacco di SI a BE-Siamo Empoli)
Quello di ieri è stato di fatto quasi un referendum sul referendum: dalle parole della presidente Cioni la possibilità di un consiglio comunale entro metà agosto è solo un sogno di mezza estate, tale come quello di accorpare il referendum alle Regionali del 12 ottobre.
Fattibilità dell'accorpamento: la richiesta di AVS
Il consiglio comunale di ieri è stata però anche l'occasione per richiedere formalmente un giudizio sulla fattibilità normativa dell'accorpamento. L'interrogazione è arrivata, "rompendo la prassi", da un consigliere della maggioranza, Marco Di Cuio del gruppo AVS, ma "specificatamente dalla compagine di Sinistra Italiana", per "chiedere dettagli al sindaco sull'accorpamento e chiarezza per trattare il successivo dibattito in consiglio"; la mozione chiedeva lo status della vicenda, le implicazioni tecniche del noto parere contrario all'accorpamento del Ministero e quindi "se l'accorpamento sia effettivamente realizzabile".
A rispondere non è stato il sindaco, ma un profilo 'tecnico', quello del nuovo segretario comunale Luigi Frallicciardi. Il segretario ha spiegato che "in considerazione di quanto disposto dal vigente regolamento comunale sull'Istituto Referendario e tenuto conto delle argomentazioni addotte dal Ministero dell'Interno, si ritiene che l'accorpamento delle elezioni regionali con il referendum comunale abrogativo non possa ritenersi realizzabile".
Il segretario avanza due ordini di problemi: la validità delle procedure di voto e le date. Intanto secondo il Regolamento il referendum può tenersi dal 15 febbraio al 15 maggio oppure dal 15 ottobre al 15 dicembre, quindi la data del 12 ottobre per le Regionali ne sarebbe fuori. Ma la questione sostanziale è quella evidenziata anche dal Ministero, ossia le problematiche che emergerebbero da due voti con un corpo elettorale diverso: da una parte i cittadini italiani maggiorenni, dall'altra i residenti comprendenti anche un migliaio di stranieri.
Il Ministero avrebbe evidenziato come le votazioni debbano rimanere separate "per evitare ogni possibile interferenza e per non ingenerare confusione e disorientamento nel corpo elettorale. Per il Ministero è difficilmente ipotizzabile lo svolgimento congiunto di consultazioni con i referendum comunali, a quali possono partecipare anche cittadini extracomunitari con rischio elevato di confusione ed errori nel funzionamento degli uffici elettorali di sezione con eventuale pregiudizio della regolarità delle consultazioni nazionali o regionali", spiega Frallicciardi.
Il parere del Ministero era già stato 'impugnato' dal sindaco per respingere pubblicamente l'accorpamento del referendum alle Regionali, anche se lo stesso parere era stato 'ridimensionato' da Trasparenza per Empoli che ha proposto 'soluzioni' per ovviare alle criticità sollevate dal Ministero nei meccanismi di voto e parla di "volontà politica". Proposte che, a dire il vero, non sono state mai prese realmente in considerazione: né accolte, né confutate, tantomeno discusse. Come il regolamento, per il momento, restano nel cassetto.
Per Marco Di Cuio quello espresso è però un giudizio insindacabile che chiude all'accorpamento su base tecnica e non politica, sancendo di fatto il voto contrario del gruppo AVS alla proposta di TPE: "Il Ministero sconsiglia l'accorpamento e il segretario comunale dà un consiglio che è ovviamente tecnico e non politico, da considerare super partes, in tal senso. Il tema del chiaro ed evidente rischio di malfunzionamento dello svolgimento delle elezioni potrebbe pregiudicare la corretta esecuzione del referendum. Di fronte al rischio di votazione invalidata, proprio a garanzia del referendum e del voto regionale, spero che tutti si rifletta su questo punto".
L'Amministrazione ribadisce quindi in sede formale il suo 'No tecnico' al referendum, e incassa anche in modo chiaro, dopo qualche riflessione interna, l'appoggio alla linea del gruppo AVS, mentre FdI e Fi avevano già espresso parere contrario. Qualora si arrivasse a discutere del regolamento, insomma, non ci sarebbero sorprese. La maggioranza del consiglio comunale si è già espressa più o meno pubblicamente contro l'accorpamento presentandosi con motivazioni 'tecniche' tra le mani, e un dibattito sul regolamento in aula finirebbe per essere non tanto un momento di discussione politica sulla Multiutility o sull'istituto referendario, quanto una fallimentare e cavillosa disquisizione sulle norme che non interessa a nessuno.
Le domande inevase ormai sono altre: a quando il referendum? Quale Multiutility? Qualcuno, forse, dovrebbe chiedere una modifica dell'ordine del giorno.
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