
Da oggi piazza Garibaldi a Livorno rientra ufficialmente nella cosiddetta zona rossa, un provvedimento disposto dal prefetto Giancarlo Dionisi con l’obiettivo di restituire sicurezza e vivibilità a un’area da tempo considerata sensibile.
La misura, che resterà in vigore per due mesi, non rappresenta una chiusura del quartiere ma un rafforzamento del presidio delle forze dell’ordine e della polizia municipale, in un’ottica di maggiore controllo e vicinanza ai cittadini.
"Non intendiamo punire, ma proteggere – sottolinea Dionisi –. La sicurezza nasce dalla cura dei luoghi e delle persone: vogliamo che i livornesi tornino a vivere la piazza con serenità e fiducia".
L’iniziativa si inserisce nel più ampio piano di presidio coordinato del territorio, che nell’ultimo anno ha portato a oltre settanta operazioni mirate nei quartieri più problematici della città. Interventi che, secondo il prefetto, hanno prodotto risultati tangibili in termini di arresti, sequestri e deterrenza della microcriminalità.
"Gli organici delle forze di polizia sono adeguati e in costante crescita – aggiunge –. La presenza dello Stato è concreta e visibile".
Parallelamente, continuano i servizi di pattugliamento a piedi e di prossimità, con agenti che quotidianamente dialogano con residenti e commercianti, per rafforzare quel legame di fiducia reciproca ritenuto fondamentale per la sicurezza urbana.
In arrivo anche nuovi fondi per la sicurezza scolastica: il Comune di Livorno riceverà oltre 33 mila euro dal Ministero dell’Interno, nell’ambito del progetto “Scuole Sicure 2025/2026”, destinati a interventi di prevenzione e contrasto allo spaccio nei pressi degli istituti.
Per Dionisi, la vera sfida è costruire una sicurezza partecipata, che unisca cittadini e istituzioni in un impegno comune: "Nessuna forza, da sola, può garantire sicurezza se non esiste una comunità che la riconosce come valore condiviso. Lo Stato è forte – conclude – quando sa farsi comunità".
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