
La protesta degli studenti: "Siamo d'accordo con la preside e non vogliamo creare disagi ai nostri compagni più fragili. Ma la situazione non è più tollerabile"
Non un’occupazione ma un’autogestione. Ci tengono a precisarlo gli studenti della sede centrale del “Ferraris-Brunelleschi” di Empoli, che stanno conducendo una protesta contro le gravi carenze strutturali dei padiglioni che compongono la scuola.
“Si tratta di un’autogestione che, iniziata ieri, durerà fino a sabato in maniera totalmente pacifica – afferma una rappresentante degli studenti –. L’abbiamo concordata con la preside, proprio per le riconosciute e annose criticità con cui ragazzi e docenti devono ogni giorno fare i conti. Chiediamo una scuola sicura e dignitosa. Questa situazione non è più sostenibile, tra infiltrazioni, muri e soffitti danneggiati, fili scoperti, finestre che non si aprono o non si chiudono del tutto e laboratori con dotazioni incomplete o addirittura privi di alcune mattonelle”.
L'area più critica, tuttavia, è quella relativa ai servizi igienici. “I bagni versano in condizioni pietose, specialmente nel prefabbricato vecchio, risalente agli anni Settanta – attacca la studentessa –. È indecoroso che centinaia di studenti non possano nemmeno fare i propri bisogni in pace. Per gli studenti maschi, addirittura, spesso è disponibile solamente un bagno su tre. E anche quello a volte è fuori uso”.
Per quanto riguarda l'attuazione dell'autogestione, gli studenti hanno occupato solamente la sede centrale – che ospita uffici, classi e laboratori – e il prefabbricato vecchio, evitando di occupare tutte le sedi. Inoltre, hanno appeso alcuni striscioni e sono rimasti dopo le lezioni, nel pomeriggio e la notte, per confrontarsi sulle modalità più efficaci per far sentire la loro voce.
Il programma dell'autogestione prevede anche un incontro con la Misericordia di Empoli e con una società pugilistica locale, nonché una giornata dedicata alla discussione su ambiente e sostenibilità.
“In ogni caso, abbiamo messo in atto misure per non creare disagi agli alunni più fragili: gli studenti con disabilità, che necessitano di professori di sostegno, hanno comunque avuto l'opportunità di seguire le lezioni. La nostra è un’azione dimostrativa, non vogliamo creare troppi disagi sia per le famiglie che per i ragazzi, perché non sono loro il bersaglio della nostra protesta. Io frequento la quarta – conclude la rappresentante – e questi problemi ci sono sempre stati. La preside ha anche scritto alla Città Metropolitana, ma per noi la situazione non è cambiata”.
Giovanni Gaeta
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