
Il Tribunale di Firenze respinge il ricorso: il cassiere chiedeva il reintegro e un indennizzo di 46mila euro
Non sarà reintegrato il cassiere di una catena di grande distribuzione a Castelfiorentino, licenziato con l'accusa di non aver scannerizzato numerosi prodotti, consentendo così a un cliente di portarli via senza pagarli.
La notizia è stata riportata questa mattina da La Nazione. Secondo quanto riferito, la sentenza arriva dal Tribunale del Lavoro di Firenze, che nei giorni scorsi ha stabilito che il licenziamento non è illegittimo. L'impugnazione è stata dunque respinta e il licenziamento confermato.
I fatti risalgono a maggio 2024, quando l'uomo era stato licenziato per non aver fatto passare allo scanner prodotti per un valore di circa 264,34 euro, facendo pagare al cliente, su una spesa totale di circa 340 euro, soltanto 80 euro. Dagli accertamenti sarebbe emerso che il cliente fosse un conoscente del cassiere.
Il comportamento dell’uomo sarebbe stato notato dalla vigilanza e dal direttore del punto vendita, e il licenziamento per 'giusta causa' è stato eseguito il 17 maggio 2024.
Il lavoratore, tramite il proprio avvocato, aveva impugnato la decisione sostenendo che l’errore contestato riguardasse il mancato utilizzo del moltiplicatore, e che aveva comunicato ai superiori di essere assegnato ad altre mansioni diverse da quelle di cassiere, ruolo che ricopriva dal settembre 2023.
Nel ricorso, l’uomo aveva chiesto il reintegro, un indennizzo di 46mila euro e la corresponsione del premio variabile di risultato relativo al 2023, pari a poco più di 565 euro. Tra le tre richieste, solo quest’ultima è stata accolta, concedendogli il premio ma non l’indennizzo.
Confermato quindi il licenziamento, che per il Tribunale è risultato legittimo.
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