Morte nel money transfer a Empoli, chiesta l'archiviazione delle indagini per omicidio colposo

(foto gonews.it)

Per la morte del 31enne tunisino Arafet Arfaoui, avvenuta durante un controllo di polizia in un money transfer del centro di Empoli, il pm Christine Von Borries ha chiesto al gip l'archiviazione per le indagini (leggi anche: 10 domande all'avvocato della famiglia della vittima). Il reato contestato era quello di omicidio colposo, a carico di ignoti. Gli agenti di polizia furono chiamati a intervenire dal titolare del negozio perché aveva accusato l'uomo di avere portato una banconota da 20 euro falsa. Gli agenti per calmare l'uomo lo hanno bloccato con "adeguate tecniche di contenzione", secondo quanto emerso dagli accertamenti, "senza mettere a rischio la sua incolumità". L'uomo era a terra, manette ai polsi e piedi fermati con un cordino che il negoziante aveva fornito agli agenti. Nessuno di questi ultimi sarebbe salito sul corpo di Arfaoui, il quale ha reagito all'arresto anche con dei morsi. Gli accertamenti sanitari hanno invece affermato che l'uomo era in grave stato di agitazione psicofisica e che un arresto cardiaco è stata la causa del decesso, a seguito dell'intossicazione da cocaina. Lo stupefacente sarebbe stato assunto da Arfaoui un'ora circa prima del decesso. Gli agenti hanno allertato la dottoressa inviata dal 118, che era giunta sul posto, quando lo stato di salute del 31enne cominciò a peggiorare. Quindi né loro né i sanitari inviati dal 118 sarebbero responsabili in alcun modo del decesso, sempre secondo la ricostruzione dei fatti inserita nell'inchiesta si basa sui racconti dei testimoni, tra cui agenti e sanitari, oltre alla visione delle telecamere dentro e fuori il negozio.



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