Firenze celebra l’81° anniversario della Liberazione: la Martinella risuona, in piazza anche la bandiera palestinese

Con i rintocchi della Martinella, la storica campana della Torre di Arnolfo che l’11 agosto 1944 annunciò alla città il ritorno alla libertà, Firenze ha aperto oggi le celebrazioni per l’81° anniversario della Liberazione. Alla cerimonia erano presenti anche il presidente della regione Eugenio Giani, la vice presidente della Regione Stefania Saccardi e l'assessora Monia Monni. Le celebrazioni ufficiali sull’Arengario sono state aperte dalla sindaca Sara Funaro a cui sono seguiti gli interventi di Giorgio Van Straten e del vice presidente provinciale Anpi Firenze Gabriele Minelli.

«In un momento storico in cui i conflitti internazionali sono sempre più acuti, con drammi come quello di Gaza, il suono della Martinella risuona ancora più forte e scuote le nostre coscienze», ha dichiarato la sindaca Sara Funaro, sottolineando l’importanza di tramandare la memoria attraverso libri, documentari e testimonianze per formare cittadini consapevoli.

In piazza della Signoria, mentre risuonavano i rintocchi, una ventina di persone hanno esposto la bandiera della Palestina.

Bandiere e cori pro Palestina

Una cinquantina di persone con bandiere e cori in piazza della Signoria ha manifestato per la Palestina. "Firenze è libera dal 1944, ora tocca alla Palestina", è scritto in uno striscione. Poi un riferimento alla sindaca Sara Funaro: "Sindaca chi non agisce contro il genocidio è complice", chiedendo "fatti concreti". Così la replica della sindaca: "Firenze sta facendo azioni concrete, accogliendo le famiglie palestinesi. Firenze non resterà mai in silenzio".

Durante il suo discorso Funaro ha detto che "noi non possiamo ignorare ciò che sta accadendo nel mondo e soprattutto a Gaza. Le immagini che arrivano da lì ci spezzano il cuore. Questa guerra scellerata deve fermarsi, basta il massacro".

Giani: “Da Toscana grido di pace per il mondo”

L’11 agosto è il segno della libertà, della democrazia, di ciò che il nostro popolo è riuscito a conquistare con il proprio impegno insieme ai partigiani e alla società civile, ancor prima di uno Stato che ancora non esisteva”.

Così il presiedente Eugenio Giani che stamani era presente alle iniziative per l’81° anniversario della Liberazione di Firenze, prima in piazza dell’Unità d’Italia dove ha partecipato al momento solenne della deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre, poi sull’Arengario di Palazzo Vecchio in piazza della Signoria. Il presidente è giunto in piazza della Signoria inseme al corteo con al seguito i Gonfaloni di Firenze, della Regione Toscana, della Città metropolitana e dei vari Comuni dell’area fiorentina, oltre ai labari della federazione delle associazioni partigiane e della associazioni d’arma e combattentistiche.  

“L’11 agosto – ha proseguito ancora Giani- è il segno della forza e dell’autonomia del popolo toscano. E’ il giorno in cui – ha ricordato il Governatore - il presidente del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, Carlo Ludovico Ragghianti, portò sulle scale di Palazzo Medici Riccardi quel Pegaso che allora era il simbolo del Comitato di Liberazione e che oggi è il simbolo della Toscana. E’ un’eredità importante che ci dice che la Toscana raggiunse la sua autonomia e indipendenza, per la prima volta tra le città italiane, grazie al ruolo dei partigiani e della società civile. I primi a varcare l’Arno ed entrare a Palazzo Medici Riccardi, guidati dal presidente del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, furono proprio i partigiani. Quel giorno ha rappresentato il senso di autonomia della Toscana, la preziosità e la ricchezza del nostro territorio, capace di conquistare libertà, democrazia e giustizia sociale grazie all’impegno di tutti i cittadini. È un orgoglio che accompagna la Toscana anche nei momenti più decisivi della storia italiana.

Giani ha poi voluto aggiungere: “Oggi, questo 81° anniversario cade in un momento drammatico per il mondo. Ottantuno anni fa si combatteva nelle strade di Firenze; oggi assistiamo a una vera e propria strage in Medio Oriente, dove siamo ormai di fronte a un genocidio. È assolutamente necessario che il grido di pace che parte da Firenze e dalla Toscana — insieme a quello del Papa e delle forze politiche progressiste a livello nazionale — si levi forte. Dalla Toscana, oggi come allora- ha concluso Giani facendo riferimento anche al popolo ucraino- , deve levarsi un appello per la libertà, la pace e la dignità di tutti i popoli."

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